domenica 31 gennaio 2010

Giorgio Gaber - Corinna

Che Gaber fosse un maestro già lo sapevo. Succede però che ogni tanto iTunes mi porta alla conoscenza di sue canzioni stupende...

Un limpido esempio è proprio questa canzone: Corinna.
In questa canzone il Signor G. racconta di un incontro con questa Corinna... E' una poesia, non ci sono altre parole. E' per questo che ho voluto condividerla con chiunque mi legge, passa di qua semplicemente per caso o si è trovato qui perchè ha cliccato il mio status di Facebook.
Poi poco importa se non è una canzone scritta da lui, ma la canta con il suo meraviglioso stile e personalizzandola con un semplice sorriso abbozzato in mezzo alla canzone.

Per fortuna che abbiamo avuto Gaber!

Il testo

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

Strapparle di dosso la veste credetemi fu una battaglia
Voleva far la difficile quella soave canaglia
Fingeva di far resistenza fingeva di essere incerta
Lottava divinamente per rimanere coperta

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

E’ chiaro che lei si batteva col fine di essere vinta
Difatti senza fatica presto rimase discinta
Rimase davanti ai miei occhi ed io innamorato guardavo
Per quanti sforzi facessi nessun difetto trovavo

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

Vi giuro non è umanamente possibile la descrizione
Non è possibile farne una classificazione
I seni eran come un invito a farne un sapiente maneggio
Le spalle le floride braccia chiedevano un dolce massaggio

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

E sotto le turgide poppe la pelle era candida e liscia
Com’erano splendidi i fianchi com’era fresca la coscia
Stringendola tra le mie braccia del morbido mi resi conto
E il resto lo indovinate è chiaro che non lo racconto

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

Poi quando giunse la fine stanchi e felici ci riposammo
E come due innamorati favole ci raccontammo
Vi prego se voi volete farmi un augurio non esitate
e ditemi che come questa avrò centomila giornate

Viva Corinna che arriva vestita della sua tunica trasparente
Collo coperto da bruni capelli di fronte a lei Semiramide è niente

Viva Corinna viva Corinna viva Corinna
Evviva Corinna evviva Corinna

Il Video

venerdì 22 gennaio 2010

L'amore sulla spiaggia

Una premessa prima di andare avanti. Questo post contiene argomenti non adatti ad un pubblico minorenne e racconta esplicitamente scene di sesso. Chi non vuole, non legga. Vada oltre

Fatta la premessa, ora una piccola istruzione prima di cominciare. Potrebbe rendere più piacevole la lettura ascoltare contemporaneamente la canzone che vi sto proponendo appena sotto. Non siete obbligati, ma io l'ho pensato così questo racconto, quindi magari ci sta pure bene.



Bene. Ora potete continuare a leggere. Da qui in poi è un racconto che lascio leggere e gustare a voi.
Spero sia di vostro gradimento... Mi piacerebbe sapere alla fine sapere cosa ne pensate

Buona lettura

...Era la prima volta che Sherry e Mike uscivano da soli.
C'era sempre stato qualcuno insieme a loro; il più delle volte era Maya, la sorella gelosissima di Sherry. Maya aveva 35 anni, era single, ed aveva un senso morboso di protezione verso la sorellina "appena 25enne" a sentire lei. In più Mike era 2 anni più giovane e non avrebbe mai potuto nemmeno sfiorarla alla piccola Shee.

Quella sera però Maya era lontano da casa, un week-end a Boston per far partire la nuova filiale della ditta.
Il tempo sembrava essere dalla loro parte. Era il 25 aprile e in California faceva un piacevole caldo.

Sherry era uscita con una gonna poco sopra il ginocchio bianca e nera, una camicia leggera bianca. Due ballerine nere ed una maglia nera a maniche lunghe a ripararla dal fresco della sera.
Mike indossava un paio di jeans classici ed una maglietta a righe orizzontali azzurre e blu. Non era solito soffrire il freddo, quindi aveva lasciato a casa magliette pesanti o giacche primaverili.

Quando la ragazza entrò nell'auto un profumo avvolse completamente il giovane che chiuse un attimo gli occhi assaporando a pieno la fragranza di Sherry. Lei si era truccata leggera ed i suoi lineamenti sembrarono a Mike quelli di una splendida regina elfica.
"Dove vuoi andare Shee?" chiese il ragazzo guardando la sua amica negli occhi.
"Andiamo in spiaggia. Fa caldo e voglio sentire la prima aria del mare quest'anno".
"Certamente mia regina! ...Artur? in marcia!" e schioccando le dita accese l'auto che partì lesta alla volta della spiaggia.
"Che scemo che sei..." sorrise Sherry e in quell'istante era davvero una splendida regina.

Ovviamente in macchina la colonna sonora erano i Muse, entrambi li amavano; dalla prima all'ultima canzone. Non parlarono molto durante il viaggio, troppo intenti a cantare e ridere prendendosi in giro a vicenda.
Raggiunsero una piccola spiaggetta appartata, spegnendo le luci nell'ultimo tratto, quasi a non voler disturbare la magia e l'equilibrio di quell'angolo di natura incontaminata.
Era luna nuova, questo riempiva il cielo di stelle tanto da riuscire a vedere nitidamente la Via Lattea.

I due ragazzi si erano distesi sulla sabbia sopra un ampio panno che Mike portava sempre con se: "ovunque andrai ci sarà sempre un prato, una spiaggia o un semplice piccolo spazio dove poterti sistemare con gli amici e sdraiarti a guardare le stelle".
Quasi subito si presero la mano mentre parlavano di quanto era loro successo durante la giornata. Mike però era agitato, non era sereno e tranquillo come suo solito e questo Shelly lo notò:
"che ti succede piccolo grande uomo calmo?"
Amava chiamarlo così, perchè era veramente una persona pacifica che mai si scaldava o agitava per qualunque cosa.
"Shelly... io, io vor..voglio baciarti!" si girò a guardarla e senza darle il tempo di rispondere le aveva avvicinato le labbra e la stava baciando.
La ragazza non disse niente, ma prese la testa del giovane tra le mani e rispose con passione al bacio. La mano destra di lui le stava accarezzando il viso mentre la baciava, ma subito prese a scendere alla ricerca del primo bottone della camicia. Fu così che il primo ostacolo ai seni di lei saltò in pochi secondi facendo gemere leggermente Shelly, che desiderava tanto, troppo sentire le mani di Mike su di lei.
Accarezzò da sopra il reggiseno il seno con la mano destra. Sentiva il piacere della ragazza dalle vibrazioni del suo corpo e sentiva la sua mano avida di esplorare ogni centimetro della sua pelle. con un abile mossa mise fuori uso l'ultima difesa del seno dell'amica ed ora le sue mani potevano sentire il calore del corpo e la rigidità dei capezzoli della ragazza desiderosi di lui.
Lasciò la bocca di Shelly e scese baciandole il collo ed il petto ancora più giù. Raggiunse presto i suoi seni non abbondanti ma perfetti. Cercò i capezzoli con la lingua ed iniziò ad assaporarli sentendo il piacere salire sia in lui che su ogni centimetro della pelle della ragazza.
Nel frattempo le era salito sopra con una gamba tra le sue due che lei aveva divaricato per permettere al suo amante di raggiungere facilmente il suo sesso che stava piacevolmente iniziando a sentire l'arrivo del ragazzo. Mentre il ragazzo assaporava ed inumidiva i capezzoli ed i seni della giovane i loro corpi avevano iniziato a muoversi all'unisono sentendo le vibrazioni reciproche alla ricerca del piacere.
In pochi minuti si ritrovarono nudi l'uno sopra all'altra intenti a baciarsi e scoprirsi in ogni parte del loro corpo.
Ora era lei sopra di lui, seduta sulle gambe che lo accarezzava sul petto mentre il ragazzo teneva tra le mani i suoi seni sodi. Scese con le mani fino a raggiungere il pene del ragazzo. Lo prese tra le mani accarezzandolo ed esercitando una leggera pressione. Questo piacque molto a Mike che ebbe un fremito e sorrise. Shelly ricambiò.
A questo punto lo prese con una mano ed iniziò a guidarlo dentro di lei; voleva sentirlo dentro così come lui voleva entrare in lei. Entrò facilmente, data l'umida eccitazione di lei che gemette quando lo sentì completamente dentro.
Lui le teneva i fianchi mentre lei si muoveva avanti e indietro prima lentamente poi più velocemente, per rallentare di nuovo. Stavano iniziando a sudare ed i loro odori riempivano reciprocamente le narici, aumentando l'eccitazione e facendo corto il respiro.
La ragazza si sdraiò sopra Mike e lui la abbracciò, sempre tenendola attaccata a se. Si girarono ed ora era lui ad essere sopra.
I movimenti si fecero più decisi e il ritmo più intenso. Non avevano ancora detto una parola e continuavano solamente ad ansimare a tratti alternati ed a tratti insieme. Il piacere stava salendo e la ragazza faceva fatica a controllare la voce. L'ansimare si trasformava in piccoli urli di piacere con il respiro che usciva forte ad ogni colpo del ragazzo. Aveva le sue mani sul sedere quasi a volerlo spingere dentro di lei.
Il ragazzo era inebriato dalla sua bellezza e stordito dal suo profumo. La voleva, la desiderava ed in quel momento era sua. Alcune lacrime bagnarono il suo viso. Lei, vedendolo chiese cosa avesse. "Niente, sono felice, ti amo" e la baciò senza mai fermare il movimento del bacino che si accompagnava all'unisono con quello di lei.
Si baciarono ed assaporarono ogni centimetro dei reciproci corpi, sempre più sudati se sempre più una cosa sola.
Mike la prese per la schiena, si sedette e se la mise sopra le sue gambe, senza mai uscire da lei. Sentiva che stava per far uscire tutto il suo piacere e la strinse fortemente a se, quasi avesse paura potesse scappare. Anche lei stava raggiungendo il piacere e lo abbracciò con altrettanto trasporto.
Un piccolo sussurro di lei all'orecchio di lui, si fermarono una frazione di secondo:
"Vienimi dentro"
Il ragazzo esplose di piacere ed anche la ragazza, sentendolo, urlò accogliendo tutto quello che uscì da lui mescolandolo coi suoi umori...
Fu il momento più bello della loro vita e rimasero cinque minuti in silenzio senza dire niente. Seduti una sopra l'altro ed abbracciati con le teste sulle reciproche spalle.
Si guardarono e sorrisero, imbarazzati. Avevano gli occhi lucidi e le guance bagnate.
"Ti amo"
"Ti amo"

Presero un'altra coperta e si addormentarono nudi su quella spiaggia, fino a quando il sole non li baciò di primo mattino...



mercoledì 13 gennaio 2010

Dolori ovunque


Ho ripreso a fare allenamento a pallone. Venerdì scorso è ricominciato nuoto che mi terrà impegnato 3 pause pranzo a settimana; lunedì nuoto libero a Komòdo, mercoledì e venerdì corso di nuoto in vasca da 50 alla Melato.
Il nuoto non è un grosso problema. Quel poco fiato che avevo si è andato a far benedire in queste feste e adesso mi accorgo di arrivare veramente corto a fine vasca; che poi 50 metri di vasca sono tremendamente lunghi. Ne sono almeno 60/65! Tutto sommato però, non ho il peso a darmi fastidio in acqua e tutta sta massa non grava sulle giunture dei miei arti inferiori.

Stasera, invece, ho ricominciato col calcio. Adesso, a distanza di due ore dalla fine della seduta, docciato e mangiato, ho un male alle caviglie assurdo, faccio fatica ad appoggiare i piedi e le ginocchia sono bollenti. Che poi domani quando mi sveglio la sentite voi questa schiena!

In ogni caso, mi piace. Muovermi mi fa bene e il nuoto in pausa pranzo rilassa, ma soprattutto mi aiuta a far passare le due ore di break.
Il calcio invece lo adoro. C'è poco da fare. Può esserci la peggiore condizione metereologica, un freddo siberiano, la fine del mondo, ma per prendere a calci il pallone non ci sono scuse. Lo dico sempre, credo che sia il mio sport preferito da praticare. Non venite a parlarmi di schemi dell'inter o della juve e magari mettendoci la notizia sui peli del petto che Maldini si è tolto l'altro giorno, perchè non me ne può fregar di meno. Quello è uno show, non è calcio. A me non piace.

Ora sono qui, davanti al mac, pronto ad andare a dormire. E la sensazione che sto provando è decisamente quella dell'uomo che perde i pezzi, del grande Giorgio Gaber.
Sentitevela

Buonanotte


domenica 10 gennaio 2010

Ciao Vando

Non scriverò quasi nulla di mio. Tutto quello che vedrete qui sotto è stato interamente preso dal sito di SLA Italia, che vi invito a visitare qualora vogliate informarvi di più su questa malattia.
Io mi limito a ricordare Vando quando ha girato il Parco di Roncolo in ogni suo centimetro, per realizzare una dettagliata cartina utilizzata ancora oggi per le gare di Orienteering. In fondo troverete una canzone a mio avviso molto bella ed adatta.
Ciao Vando.

S.L.A. - MALATTIA DEI MOTONEURONI - SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA


Il termine "malattia dei motoneuroni" si riferisce ad un gruppo di malattie neurologiche che colpiscono le cellule delle corna anteriori del midollo (soprattutto del midollo cervicale) e del tronco encefalico (soprattutto del bulbo spinale) e, spesso, della corteccia motoria, da dove parte la via corticospinale.


Se la malattia colpisce sia il primo che il secondo motoneurone si parla di sclerosi laterale amiotrofica (S.L.A.). Una variante della S.L.A., a prognosi più sfavorevole, è la paralisi bulbare progressiva, caratterizzata dalla paralisi rapidamente progressiva dei muscoli della mandibola, del faringe e della lingua con conseguente disfagia, disartria, disfonia e difficoltà della masticazione.


La S.L.A., disturbo ad eziologia ignota, è caratterizzata da atrofia muscolare evolutiva secondaria a lesioni degenerative dei motoneuroni. Colpisce circa un individuo ogni 100000, prevalentemente uomini di età media o avanzata ed è di tipo familiare nel 5% dei casi.
I sintomi iniziali, dovuti alla degenerazione del motoneurone periferico, sono solitamente costituiti da atrofia muscolare progressiva, inizialmente soprattutto a carico degli arti superiori con partenza dalle estremità distali ("mano di scimmia"), diminuzione della forza, fascicolazioni e disturbi della fonazione; generalmente, anche se alcuni pazienti lamentano crampi, non sono presenti disturbi della sensibilità, deterioramento intellettivo né alterazioni della funzionalità intestinale o vescicale; i riflessi osteo tendinei sono accentuati.


Nella S.L.A., a differenza della paralisi bulbare progressiva, i segni di compromissione dei nervi encefalici sono meno evidenti.


Dopo circa un anno dall'interessamento muscolare si possono avere segni di degenerazione del motoneurone centrale: spasticità ed iperriflessia, particolarmente agli arti inferiori, con riflesso plantare in estensione.


L'elettromiografia è l'esame di laboratorio di maggiore utilità in quanto dimostra una normale conduzione del nervo anche in presenza di grave atrofia muscolare; questo dato permette di distinguere questa malattia dalle neuropatie motorie, nelle quali la velocità di conduzione è ridotta.


Non esiste al momento attuale un trattamento specifico per la malattia dei motoneuroni ed i provvedimenti terapeutici devono essere prevalentemente rivolti al sostegno fisioterapico con tutte le manovre utili a consentire il mantenimento delle funzioni vitali.


Il disturbo evolve progressivamente e la durata della malattia varia a seconda della presenza o meno di segni bulbari (La frase significa che se vi sono sintomi a carico della voce, della deglutizione, ecc., cioè che siamo in presenza di una malattia dei motoneuroni variante paralisi pseudobulbare anzichè variante SLA la prognosi è peggiore. Il tutto perchè si dice SLA quando in realtà si dovrebbe dire malattia dei motoneuroni e solo successivamente dire se è variante SLA (a prognosi migliore) o variante paralisi pseudobulbare (a prognosi peggiore)).


La sopravvivenza dei pazienti dipende dal mantenimento della funzione respiratoria (diaframma e muscoli intercostali) e dalla protezione delle vie aeree (riflesso della tosse e deglutizione), in quanto la causa più frequente di morte è rappresentata dalla paralisi respiratoria progressiva con broncopolmonite ab ingestis.


Storicamente il decorso è sfavorevole vediamone una descrizione un pò meno scientifica.


La SLA, talvolta chiamata Malattia di Charcot dal nome del neurologo francese che l'ha descritta per primo nel 1860, è chiamata anche "ALS - Amyotrophic Lateral Sclerosis" o Lou Gehrig's disease" nei paesi anglosassoni.


E' una malattia fatale, caratterizzata da una progressiva degenerazione dei motoneuroni della colonna spinale e nel cervello, ovvero quella parte del sistema nervoso, definita come "sistema nervoso centrale", con l'effetto di inibire la trasmissione del segnale nervoso ai muscoli.


Le persone affette da SLA, sperimentano debolezza muscolare e mancanza di forza, particolarmente dei muscoli delle braccia e delle gambe, e a diversi stadi dei muscoli che governano la parola, il deglutire e negli stadi finali del respiro. L'esatta causa della Sclerosi Laterale Amiotrofica è sconosciuta, risposte allergiche, infezioni o agenti virali sono stati proposti come possibili cause di questa malattia, ma nulla è stato provato. Approssimativamente il 5 o il 10 per cento dei casi di SLA sono ereditari.


I ricercatori hanno trovato il gene responsabile delle forme ereditarie di SLA, è nel braccio lungo del cromosoma 21 (Il gene è chiamato superoxide dismutase 1 (SOD1), ed è localizzato ne cromosoma 21q22). Non si sa ancora al momento se questo gene sia la causa o semplicemente predisponga la persona alla SLA.


Nel 1992 i ricercatori dell' Johns Hopkins Hospital hanno avanzato la supposizione che il Glutammato, un aminoacido responsabile del trasporto dei messaggi fra i neuroni possa avere un ruolo nella causa della SLA. Grossi quantitativi di Glutammato uccidono i neuroni. Nel cervello dopo che il Glutammato ha eseguito il suo compito di trasmissione del messaggio, esso è riassorbito da una speciale proteina chamata "trasportatore".


Nelle persone affette da SLA c'è il sospetto che questa proteina sia difettosa, e non assorba abbastanza Glutammato. Questi studi sono stati condotti sul tessuto donato da pazienti morti di SLA. Sono in corso altre ricerche per verificare la fondatezza di questa teoria, e se in tal caso sia possibile intervenire con una qualche sostanza in grado di alterare il processo.
Non ci sono differenze nei sintomi della SLA sporadica e familiare, di conseguenza la scoperta di un rimedio può aiutare tutti i malati.


Dott. Fabio Colombo


La Cura


In questo momento non esiste una cura per la malattia in se stessa, quello che si fa è cercare di alleviarne i sintomi e rallentarne l'evoluzione, ecco perché ora come ora la terapia che viene applicata deve coinvolgere diversi specialisti, serve una equipe costituita da diversi specialisti: neurologo, pneumologo, fisioterapista, psicologo, gastroenterologo, dietologo, infermiere professionale. Al paziente deve essere fornita una corretta terapia sintomatica utile ad alleviare i sintomi della malattia e a consentire una migliore qualità di vita.


La terapia deve evolversi nel tempo ed essere periodicamente aggiornata sulla base del decorso della malattia, in proposito sono utili dei controlli trimestrali.
Attualmente viene distribuita agli ammalati una sola medicina chiamata Riluzolo, in laboratorio è stato possibile verificare come questa sostanza diminuisca l'attivazione indotta dagli agonisti dei recettori per il glutammato e protegga le cellule.
L'indicazione registrata del riluzolo è "il prolungamento della sopravvivenza senza tracheostomia nei pazienti con SLA".


Il costo di questo medicamento per un anno di cura è di circa 7.000 € (il può non essere preciso ma è un ordine di grandezza concreto ) per un anno di cura, il trattamento va iniziato il più presto possibile per avere dei risultati concretamente utili al miglioramento sintomatico della malattia.


In questo momento è solo questa la medicina che viene consigliata, in America si sta spingendo per un altro medicamento chiamato Myotrophin il cui decorso di studio non è ancora completo.
Mancando quindi una reale panacea per l'ammalato, sono qualche volta gli stessi ammalati a tentare di guarire loro stessi con diete, vitamine, trattamenti con apparecchi come il Wet Cell, e tutta una serie di, che in qualche caso sembrano avere sortito un qualche effetto o il rallentamento della malattia.


Ma pur considerando alcuni risultati parzialmente positivi, non possiamo dire in nessun modo "fai così e guarirai", perché i fattori sono tanti e sicuramente queste situazioni non sono perfettamente riproducibili su due ammalati diversi.
Perché una cura sia valida scientificamente, deve sottostare a certi requisiti, che per ora mancano a tutti i trattamenti "inventati" e nessuno di noi può dire che questi punti siano verificabili oggettivamente.


Inoltre le persone che "si fanno una cura" sono psicologicamente determinate a vincere o perlomeno a tentarci in tutti i modi, già questo può essere un punto di differenza importante fra due malati, un "combattente" e un "rassegnato", potrebbero avere diverse risposte a uno stesso trattamento.


Avremo una soluzione valida quando due malati guariranno con la stessa medicina e protocollo di trattamento.


Francesco Cernecca

sabato 9 gennaio 2010

Dedicato alle Donne...

Se ne può dire quello che vuole, ma le donne sono la metà più importante del cielo. Sono loro quelle che con un solo gesto, o senza neanche quello, possono smuovere qualsiasi cosa e persona.

Ed allora per voi, col sorriso sulle labbra, una bella canzone interpretata da Claudio Bisio e il tastierista/pianista Rocco Tanica.

Le Donne di Tunisi

Potete anche gustarvi il testo appena qui sotto.

Le donne di Tunisi mangiano gli stambecchi,
le donne di Tunisi si arrampicano sugli specchi,
le donne di Tunisi - è cosa risaputa -
non hanno un'aria stupida, ma neanche troppo astuta.


Le donne di Aosta vivono in val d'Aosta,
le donne di Aosta amano in val d'Aosta,
le donne di Aosta, Dio, muoiono in val d'Aosta,
ma quando sono a Cuneo si sentono in Piemonte.


Ma tutte:
fanno damigiane,
sanno cumulare,
odiano il mio cane,
ma san farfugliare.


Le donne di Padova guardano dietro ai vetri,
le donne di Danzica fanno le lavavetri,
le donne di Brindisi son tacciate di etilismo,
le donne di Chiavari hanno il senso dell'umorismo.


Le donne di Napoli si gettano tra le fiamme,
i pompieri di Napoli non spengono le fiamme,
le donne di Napoli, Dio, ardono tra le fiamme,
ma poi si consolano cantando Jamme Jamme.


Tuttavia,
fanno da Mandrake,
sanno cucicchiare,
odiano il mio cane,
ma san farfugliare.


Le donne di Tunisi mangiano gli stambecchi,
gli stambecchi di Tunisi non sono mica più parecchi,
ora le tue labbra -no scusate-
le mamme di Napoli sono tipi incandescenti,
le donne che ho avuto mi chiedono gli alimenti.


Infatti:
faccio da magnaccia,
e riempio la bisaccia,
odio Gianni Meccia
e gli darò la caccia.

mercoledì 6 gennaio 2010

L'Abruzzo e le VOSTRE televisioni

Ogni volta che vedo un servizio in TV sulle zone terremotate, mi pongo sempre una sola domanda. Ci stanno dicendo e facendo vedere tutto?
Ovviamente mi do sempre anche una risposta, ed è ovviamente NO!

Mi metto però nei panni dell'ormai noto italiano medio, che non ha il tempo per andarsi ad informare e nemmeno la voglia ad essere sinceri. Perchè deve prendersi la briga di comprare qualche giornale in più? Che poi... non è che La Repubblica sia meglio de il giornale. Sui fatti importanti (il terremoto in Abruzzo E' un fatto importante!), se ne guarda bene dall'esporre le cose come stanno veramente. O meglio, non racconta bugie, ma omette particolari ed eventi essenziali a capire come stanno davvero le cose.
E' anche vero che l'italiano medio non ha i mezzi e le capacità per andarsi a prendere da solo le informazioni. Il massimo che sa fare (ed è comunque tanto, se ci pensiamo bene - lancia spezzata a favore, ndr) è condividere le proprie cose su Facebook o chattare su msn. Il problema è che condivide l'intervista impossibile a Lucio Saltafossi oppure parla con Tommaso Spaccachiodi. Anche se il tormentone è quello che Edward Cullen ti ha detto l'altra notte mentre dormivi. Qualche fortunato ha il privilegio di avere me, Federico Bonacini (add me please! ahahahahah) tra i suoi amici ed allora qualche notizia come si deve la riesce anche a trovare.

Vengo ora all'argomento citato nel titolo, l'Abruzzo. Lo sapevate che un sacco di terremotati potrebbero ritornare nelle loro case se venisse concessa l'autorizzazione alla riparazione? Un bell'articolo lo trovate, ovviamente e solamente, sul blog del Fatto Quotidiano.
Vogliamo parlare poi di Roulotte e liste d'attesa ignorate dalla Protezione Civile? (si Bertolaso, proprio lui!)

Tutta questa premessa viene per dirvi essenzialmente due cose:
Primo, informatevi! Leggete giornali e guardate sul web i siti di informazione libera. Provate a confrontare la stessa notizia detta da più fonti. Riuscirete a leggere tra le righe qual'è il vero FATTO. Ed appunto comprate in edicola "il fatto quotidiano" o magari leggetevi il blog antefatto.ilcannocchiale.it;
Secondo, quello che vi hanno detto le VOSTRE tv ed i VOSTRI giornali manca di un dettaglio: la verità su come stanno DAVVERO gli aquilani!
In merito a questo, vi lascio con un video della fine dell'anno scorso, dove sono gli aquilani a parlare. Mi sembra un giusto e doveroso modo di iniziare questo 2010.


lunedì 4 gennaio 2010

Scoperte culinarie

Questi giorni a casa mi hanno fatto capire il senso di alcune cose dal punto di vista alimentare. Probabilmente sono "scoperte" banali, che menti molto più edotte di me hanno già assorbito e dato per scontato...


Ma per il semplice Fede, sono state vere e proprie rivelazioni.
Nel post di ieri ho raccontato di come ho capito il segreto della pasta al forno ed oggi ho forse capito come funziona la cucina centro-meridionale.


Oggi mi sono fatto una carbonara. Semplice e veloce. Tralasciamo la questione pesantezza e veniamo al sodo; un solo piatto di pasta di dimensioni normali ha avuto come risultato 5 bicchieri d'acqua ed ancora adesso non riesco a smettere di bere. E diciamo che ho salato poco la pasta e messo niente sale nelle uova e con la pancetta.
La sostanza è che l'alimentazione del centro-sud Italia punta quasi esclusivamente sulla sapidità. Ed allora una carbonara è salata, con un pelo di affumicatura a darle quella diversità. Una pasta cacio e pepe è salata, con la forte punta di pepe (che personalmente non amo). La pasta al forno è salata, croccante in alto, e morbida dentro; ma salata.


Ed allora preferisco cucinarmi le cose alla mia maniera ed assaporare il vero gusto degli ingredienti. E' stato anche grazie a quello che ieri ho potuto capire quanto il pomodoro tenda a coprire gli altri sapori.


Che stia diventando Cuoco, Francesco?





domenica 3 gennaio 2010

Riso rafforzato al forno

Mi sono sempre chiesto quali fossero le cose fondamentali per fare una buona pasta al forno. Oggi, a pranzo, l'ho capito:
- ingredienti già saporiti di suo;
- condimenti acquosi, ma già cotti in modo da non rilasciare acqua (il ragù per intenderci).

Ho di conseguenza capito anche che quella che mi sono fatto oggi non è pasta al forno!

Ma veniamo agli ingredienti:
- riso in bianco avanzato dal pranzo del giorno prima (oppure lo fate sul momento, non cambia niente);
- pancetta a cubetti;
- mozzarella a cubetti;
- parmigiano grattugiato;
- un pomodoro

La preparazione è molto semplice:
Mescolate riso, pancetta e mozzarella. disponete uno strato del composto in una vaschetta di alluminio, poi una fila di pomodori tagliati a dischi ed infine un altro strato di composto. Ricoprite sopra con abbonante parmigiano (deve essere tutto coperto).
Inserite tutto in forno già caldo a 180° e lasciatelo cuocere per una mezz'oretta. Il tempo è approssimativo, l'importante è vedere quando il parmigiano si è ben fuso ed inizia a colorarsi.

Quello che ottenete è un buon piatto, ma non è pasta al forno. Mancano le componenti essenziali. Non è salato (la pasta al forno si, e molto) e il composto interno è molto morbido grazie al pomodoro fresco che ha rilasciato acqua.
Risultato: mi sono fatto un'ottima mangiata, ho bevuto solo un bicchiere d'acqua ed ora non ho per nulla sete.

Occorre solo prestare attenzione ad una cosa, che va a seconda dei propri gusti; il pomodoro tende a coprire un po' gli altri sapori, quindi deve piacervi. Sia chiaro, sentirete la pancetta sempre saporita e succosa, così come il parmigiano croccante vi delizierà i denti. Tutto legato da una filante mozzarella. Ma il pomodoro c'è, quindi vi deve piacere. Non ci sono alternative.

Detto questo, buon appetito e buon anno!