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lunedì 23 febbraio 2015

Sinceramente pazzamente profondamente



Si, il titolo del post di oggi è la traduzione del titolo di Truly Madly Deeply, canzone dei Savage Garden e qui sotto potete iniziare ad ascoltarla...
Non dimenticatevi però di arrivare fino alla fine del post, perchè si sa che il finale è sempre la cosa migliore!


Gia che ci siamo vi lascio anche il testo e la sua traduzione, strofa per strofa

Truly Madly Deeply - Sinceramente Pazzamente Profondamente

I'll be your dream, I'll be your wish, I'll be your fantasy.
I'll be your hope, I'll be your love, be everything that you need.
I love you more with every breath, truly madly deeply do
I will be strong, I will be faithful 'cause I'm counting on a

Sarò il tuo sogno, Sarò il tuo desidero, sarò la tua fantasia 
Sarò la tua speranza, sarò il tuo amore, Sarò tutto ciò di cui hai bisogno. 
Ti amerò di più ad ogni respiro E lo farò sinceramente pazzamente e profondamente 
Sarò forte e fedele Perché sto contando su

new beginning.
A reason for living.
A deeper meaning.

Un nuovo inizio 
Una ragione per vivere 
Un significato più profondo

I want to stand with you on a mountain.
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever.
Until the sky falls down on me

Vorrei stare con te su una montagna 
Vorrei fare il bagno con te nel mare 
Vorrei stare così per sempre 
Finché non mi cadrà addosso il cielo 

And when the stars are shining brightly in the velvet sky,
I'll make a wish send it to heaven then make you want to cry
The tears of joy for all the pleasure and the certainty.
That we're surrounded by the comfort and protection of

E quando le stelle splenderanno luminose nel cielo vellutato 
Esprimerò un desiderio da mandare in paradiso Poi farti commuovere 
Le lacrime di gioia per tutto il piacere della certezza 
Di sapere che siamo circondati dalla comodità e la protezione del

The highest power,
in lonely hours,
the tears devour you

Potere più alto 
Nelle ore di solitudine 
Le lacrime ti consumeranno

I want to stand with you on a mountain,
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever,
Until the sky falls down on me

Vorrei stare con te su una montagna 
Vorrei fare il bagno con te nel mare 
Vorrei stare così per sempre 
Finché non mi cadrà addosso il cielo 

Oh can you see it baby?
You don't have to close your eyes 
'Cause it's standing right before you.
All that you need will surely come

Oh non lo riesci a vedere baby? 
Non devi chiudere i tuoi occhi 
Perché è proprio qua davanti a te 
Tutto ciò di cui hai bisogno arriverà sicuramente 

I'll be your dream, I'll be your wish, I'll be your fantasy.
I'll be your hope, I'll be your love, be everything that you need.
I'll love you more with every breath, truly madly deeply do

Sarò il tuo sogno, sarò il tuo desidero, sarò la tua fantasia 
Sarò la tua speranza, sarò il tuo amore, sarò tutto ciò di cui hai bisogno. 
Ti amerò di più ad ogni respiro E lo farò sinceramente pazzamente e profondamente 

I want to stand with you on a mountain
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever.
Until the sky falls down on me

Vorrei stare con te su una montagna 
Vorrei fare il bagno con te nel mare 
Vorrei stare così per sempre 
Finché non mi cadrà addosso il cielo 

I want to stand with you on a mountain
I want to bathe with you in the sea.
I want to live like this forever.
Until the sky falls down on me

Vorrei stare con te su una montagna 
Vorrei fare il bagno con te nel mare 
Vorrei stare così per sempre 
Finché non mi cadrà addosso il cielo 

Una dichiarazione d'amore non indifferente che ne dite? E anche abbastanza mielosa, molto pop, decisamente un brano da boyband. Anche se i Savage Garden non furono proprio la classica boyband... Ma questa è un'altra storia.
Chissà quante uomini avranno dedicato alle loro donne questa canzone, ma forse in pochi l'avrebbero fatta cantare da un gruppo di Ultras Inglesi all'interno di un Pub.
Io, sicuramente, lo avrei fatto...


Questa è per te, Sara.

lunedì 11 marzo 2013

Immagini rumori momenti

Era lunedì. 
Uno dei tanti lunedì che solitamente Artur passava in casa. E' il giorno dopo la domenica e bisogna ricaricare le pile dopo l'intenso week end tra aperitivi, cene, concerti, balli, vizi e la partita dei ragazzi. 
A dire il vero quel week end non era stato così tanto sopra le righe. La classica birra in più per rendere il sabato più frizzante e neanche un concerto spacca schiena; la squadra aveva giocato fuori casa e lui l'aveva sentita alla radio, orgogliosamente non tesserato. Il ragazzo si sentiva quindi in forma e aperto al mondo. 

L'immagine che appariva dalla finestra della cucina era uno scorcio del suo paese. Le due vie che si incrociavano proprio all'altezza dell'ingresso di casa. Poche macchine stavano passando in quel momento, era pur sempre lunedì. Si incantò a fissare le luci led di una sportiva appena uscita dal concessionario di cui ignorava padrone e modello. Le luci del led sono strane, illuminano a giorno ciò che sta intorno, però finiscono subito, non c'è il classico sfumare delle vecchie lampadine. 
Sembrava quasi di poter capire e comprendere alla perfezione tutto ciò che era sotto i nostri occhi, ma non appena ci si allontanava il buio completo, come l'illuminazione led delle nuove macchine. 
“La gente oggi come i fari delle auto” 
Aveva esclamato sorridendo il giovane Artur. Era riuscito a trovare qualcosa di divertente in un ragionamento completamente assurdo. 

Più lontano aveva sentito un rumore sordo. Un tamponamento sembrava; ma niente di grave. Nessun urlo e tantomeno nessun seguire di sirena. 
“meglio così” 
Non aveva voglia di scoprire che il suo lunedì di riposo si era mescolato con qualcosa di sinistro. Altri rumori arrivarono a far dimenticare quanto appena accaduto. Era il vento che muoveva i rami privi di foglie e accarezzava le sagome delle case producendo piccoli suoni, gradevoli da ascoltare e da sentire. Alfred fin da piccolo era stato attento ai rumori, riusciva a riconoscerne a migliaia e la curiosità quando ne sentiva uno nuovo era rimasta immutata da quando aveva 4 anni. Il rumore più bello era quello che sentiva allo stadio quando il coro faceva vibrare le tribune e le voci entravano di forza nel petto per unirsi alla sua ed uscire cento volte più potenti. Era un rumore che sentito da fuori aumentava la magia della partita alla domenica. 

Era giunto il momento di chiudere la finestra, portare sotto le coperte i ricordi della giornata e prepararsi ad accogliere il nuovo giorno. Spesso è questione proprio di momenti; un momento prima sei a ricordare un'immagine o un rumore ed il momento dopo sono gli altri a ricordare te, con le lacrime agli occhi. 
Addio Alfred 

(tratto da: Alfred. Un amico, un fratello, un tifoso, un addio)

venerdì 15 luglio 2011

Sono nato per amare i Mondiali

Oggi voglio raccontarvi una storia... E' la storia di un bosco e di un gruppo di persone che in questo bosco ha condiviso tutto. 
Come tutti gli anni i Mondiali Antirazzisti diventano una storia da raccontare, solamente dopo averla vissuta intensamente. Ci sono persone che durante l'anno non si vedono mai, ma che diventano una sola grande famiglia in questi 10 giorni di festa. 
Quest'anno c'era il Bosco ad accoglierci; nuova location per i Mondiali Antirazzisti, da Casalecchio di Reno a Castelfranco Emilia. Bosco Albergati la località. 

Il posto nuovo è meraviglioso, accogliente e grande; incredibilmente grande. Forse un po' troppo dispersivo e davvero difficile da riempire. Si ha sempre la sensazione che non ci sia nessuno, quando invece la gente c'è e si ritrova alla sera per cantare nei due tradizionali ristoranti dei Mondiali. 
E' sempre bello vivere questa manifestazione, ritrovare i soliti volti ed avere il piacere di conoscerne dei nuovi; la famiglia si allarga portando colore e nuova linfa importante per andare avanti. 

Ci sono situazioni che si ripetono ogni anno, ormai un passaggio rituale tipico dei mondiali. La domenica a metà mattina vedi svoltare sul viale ghiaiato d'ingresso una carovana di macchine, davanti il camper e dietro la colonna gialloblu dei modenesi. E' l'inizio della festa, in pochi minuti il campo viene allestito, lo striscione piazzato e Gaggio e soci sono pronti ad accendere i fuochi di Bosco Albergati. E con i modenesi ci sono i bolognesi a dar da bere alle gole mondiali; con i loro ordini a singhiozzo non ti fanno mai annoiare. 
Di là, vicino alla tenda, ci sono i doriani di Chicco che quando partono a spinare non si fermano più e durante i concerti, nel circo, i ragazzi del TPO non si fanno mancare nulla, nemmeno lo spritz. Valerio e Damiano che come possono ti danno una mano anche in magazzino nei momenti di difficoltà. Lo spirito dei mondiali è anche questo. 
Durante il giorno, invece, a far da padrone è Burattin con il suo Bar Sport e i suoi dischi, ad allietare le partite e gli innumerevoli passaggi col muletto per le consegne alle varie strutture. E infine, per un momento di relax accompagnato da frutta e varie bevande fresche c'è il Bar Uisp e la sua mitica coppia Manù e Teresa!

Sono proprio le persone quelle che rendono speciali i mondiali ed allora io le provo a ricordare... 
C'è la mia squadra, la Pol. Zelig e quest'anno sono anche riuscito a giocare una partita intera. Il Tappo e le sue mele, Pecco, Iori, la Simo, la Chicca, Riva Pavel, Gianfranco, Mirco, Albertone, Pelle, Franco, Nicola, Fonzie, Fausto, Lumia, Zini e i dimenticati nonché gli assenti. Poi viene la combriccola Uisp, da Roma in su: Daniela un'amica speciale prima di tutto, Layla ed il suo sorriso sempre coinvolgente, Francesca che mi ha permesso di massaggiarla ogni sera a cena, i soliti Antonio e Marcello, la Betta ed il suo morso in pancia, Vittorio, Giorgio Bit, la Monica, la Stefy, Rita e Rita, Mauri, Daniele, Miro e mi sto sicuramente scordando qualcuno... Alla musica come sempre Michele insieme ai ragazzi del Bosco, Marco su tutti. 
Gollo invece tiene da solo in alto i colori di Reggio, molto in alto tra l'altro. 
In Piazza Antirazzista Agnese, probabilmente la postazione più lontana dal magazzino e per questo troppo trascurata da me... dovrò impegnarmi a frequentarla di più l'anno prossimo. Agnese aspettami! 
C'è poi Martina, da Udine, conosciuta solamente lunedì ma da ammirare per essere venuta ai mondiali con le stampelle dopo un'operazione al ginocchio. Ci vediamo l'anno prossimo Marti! 
Il vero lavoro oscuro, ma fondamentale viene fatto da Emiliano, quest'anno con l'amico Antonio, che ha abbandonato presto la postazione sul campo da basket in palestra, isolandosi in un meno rumoroso corridoio. Dicono che io russo, è vero? 
C'è anche la squadra dei montatori, il mastodontico Paolone e il prode Igor, che non so come mai apprezzi così tanto Ciano d'Enza... 
Ci sono anche i “ragazzi” del Bosco, la città degli alberi; aiuto fondamentale nella realizzazione e nella gestione dei mondiali: Mauro, Daniele, Righi, Claudione, Aldo ed il piccolo Andrea. 
Restano infine i ragazzi della mia squadra: Andrea, Tossini, Robby che come Re Mida trasforma tutto ciò che tocca in birra, Ugo il mago del muletto e Tommy, preziosissimo braccio destro fino a martedì e oltre, nella gestione di magazzino e soprattutto resi. 

Voglio tenere da parte tre persone, che quest'anno sono state davvero importanti e fondamentali per i miei mondiali. 

Li elencherò in ordine alfabetico, come è giusto che sia: 
Carlo... il motore della manifestazione, sempre in pista dall'inizio alla fine a tenere in piedi la baracca. Unico! 
Gioia... un punto di riferimento fondamentale. Probabilmente non si è resa conto nemmeno lei di quanto sia stata importante per me in questi mondiali; ho passato momenti difficili, ma mi è bastata una chiamata: “dove sei? Vengo lì...”. Semplicemente, grazie! 
Giuseppe... orgogliosamente posso dire che lui ha tirato su la festa, l'ha creata e costruita ed io l'ho riempita di cibo e bevande. Siamo una squadra perfetta, andiamo avanti a memoria e capiamo senza neanche guardarci in faccia quando uno ha bisogno dell'altro e viceversa. Complementare! 

Su queste tre persone ho in mente due aneddoti, che rimarranno come immagini scolpite per sempre nella mente e nel cuore... 
Pranzo del lunedì, al centro del ristorante centrale c'è una fila di tavoli piena dei ragazzi dello Yap, di Emiliano e la sua squadra e dei romani. In piedi vicino al tavolo della distribuzione pietanze ci siamo io, Carlo e Giuseppe che mangiamo ricordando i giorni appena passati; il piatto in una mano, senza una sedia, stanchissimi ma soddisfatti di quanto è successo nei giorni precedenti. E da quella posizione si può dominare tutto il Bosco...
La prima persona che ho visto è stata anche l'ultima... I miei mondiali sono iniziati e terminati con Gioia. C'ho pensato solamente adesso. 

Grazie di tutto a chi ho nominato, ma anche a chi mi sono dimenticato... come sempre succede tutti gli anni. 

Ci vediamo nel 2012 a Bosco Albergati

mercoledì 13 gennaio 2010

Dolori ovunque


Ho ripreso a fare allenamento a pallone. Venerdì scorso è ricominciato nuoto che mi terrà impegnato 3 pause pranzo a settimana; lunedì nuoto libero a Komòdo, mercoledì e venerdì corso di nuoto in vasca da 50 alla Melato.
Il nuoto non è un grosso problema. Quel poco fiato che avevo si è andato a far benedire in queste feste e adesso mi accorgo di arrivare veramente corto a fine vasca; che poi 50 metri di vasca sono tremendamente lunghi. Ne sono almeno 60/65! Tutto sommato però, non ho il peso a darmi fastidio in acqua e tutta sta massa non grava sulle giunture dei miei arti inferiori.

Stasera, invece, ho ricominciato col calcio. Adesso, a distanza di due ore dalla fine della seduta, docciato e mangiato, ho un male alle caviglie assurdo, faccio fatica ad appoggiare i piedi e le ginocchia sono bollenti. Che poi domani quando mi sveglio la sentite voi questa schiena!

In ogni caso, mi piace. Muovermi mi fa bene e il nuoto in pausa pranzo rilassa, ma soprattutto mi aiuta a far passare le due ore di break.
Il calcio invece lo adoro. C'è poco da fare. Può esserci la peggiore condizione metereologica, un freddo siberiano, la fine del mondo, ma per prendere a calci il pallone non ci sono scuse. Lo dico sempre, credo che sia il mio sport preferito da praticare. Non venite a parlarmi di schemi dell'inter o della juve e magari mettendoci la notizia sui peli del petto che Maldini si è tolto l'altro giorno, perchè non me ne può fregar di meno. Quello è uno show, non è calcio. A me non piace.

Ora sono qui, davanti al mac, pronto ad andare a dormire. E la sensazione che sto provando è decisamente quella dell'uomo che perde i pezzi, del grande Giorgio Gaber.
Sentitevela

Buonanotte