venerdì 10 ottobre 2014

Leone da Tastiera Vs Comunista del cazzo

Questa è una storia divertente, forse.

Ha come protagonisti tre personaggi, che poi quelli principali sono due; il primo ha solamente dato lo spunto per la storia.
Il primo attore scrive un post su Facebook di solidarietà per una categoria di lavoratori, impegnata nella quotidiana lotta contro il male.
Il Comunista del cazzo, secondo attore ma ancora ignaro di chiamarsi tale, nel commentare questo post, probabilmente commette l'errore di girare il senso del messaggio a suo favore ed esce leggermente dal seminato; professa l'uguaglianza tra le persone... D'altronde è un comunista e si sa che uno dei cavalli di battaglia è giustizia tra le masse.
Il comunista sa che nella lotta contro il male non c'è una netta distinzione; nelle forze del bene c'è chi ne approfitta e tanto bene non fa. Non è come in guerre stellari dove l'Impero è male e l'Alleanza Ribelle il bene. Che poi l'idea di rivoluzione gli scalda sempre il cuore al comunista del cazzo. Ed è per questo che il comunista lancia il suo slogan di uguaglianza: “Si ok, va bene che il male fa del male, ma siccome anche tra il bene c'è chi ne approfitta nascosto dalla sua armatura e si scaglia indistintamente contro i cattivi, ma anche contro chi cattivo non è ma si trova lì senza il minimo intento di fare del male, è giusto poterlo identificare in modo da allontanarlo per tutelare chi davvero il bene lo fa.
A questo punto il terzo attore irrompe nella scena: il Leone da tastiera che, armato di mouse e tastiera appunto ne approfitta per ruggire la sua rabbia contro il male: “una pallottola per ogni rappresentante del male, atro che mettere in dubbio la giustizia del bene. Il bene ha sempre ragione, punto”.
Il comunista, che per natura deve difendere i deboli, anche se poi questi si dimostrano non così poi deboli e indifesi, prova a far valere le sue ragioni mettendo allo stesso piano quelli che tra le forze del bene predicano il male e quelli che nel male ci sono e fanno davvero il male; in sostanza non importa che tu abbia il caschetto o il cappuccetto, se fai del male sei male e la società deve poterti riconoscere.
Il Leone proprio non ci sta, e si arrabbia con il comunista che vuole mettere tutti sullo stesso piano, quando invece l'uomo del bene è buono e sopporta le violenze. L'uomo del bene ha una famiglia che a casa lo aspetta preoccupata, mentre il maligno se le mangia le famiglie degli altri (soprattutto i bambini, che notoriamente piacciono ai comunisti).
Il comunista, che in fondo è anche buono e non vuole litigare. Anche perchè si trova davanti ad un pc, non sta guardando in faccia l'altro interlocutore e non può capire il tono della sua voce. Non capisce quanto il leone sia arrabbiato e quindi non può moderare il tono della sua voce. In fondo capisce che il re della foresta virtuale crede in quello che dice e quindi, per questo semplice motivo, la sua idea va rispettata, magari solamente facendogli capire che non è vero che tutti quelli che sono “con il male” sono veramente cattivi, sono semplicemente dall'altra parte rispetto al bene. Perchè? Vi chiederete... forse perchè in questo mondo devi comunque stare da una parte e siccome le forze del bene in questione lo fanno per lavoro, magari quelli che stanno con il male (o l'altra parte che dir si voglia) fanno altri lavori, quindi non possono stare nelle forze del bene. Rinuncia quindi ad insistere ed accetta il fatto che il Leone non la penserà mai come lui.
Il Leone allora vede che la sua preda ha abbassato le difese, può quindi sferrare il suo attacco finale. La veemenza è tale che rischia addirittura di rompere lo schermo del pc data l'intensità del colpo.
Ed è lì che capisce chi ha veramente di fronte: un buonista e un comunista del cazzo. E glielo urla in faccia, mettendo il punto alla discussione perchè comunque non ne ha tempo e voglia. Tutto finisce, con il comunista che torna a cantare che un figlio dei fiori non pensa al domani ed il Leone che si ammira la sua criniera alla webcam fiero della vittima che ha appena sbranato su Facebook...

Non so a voi ma a me questa storiella mi ha fatto venire voglia di ascoltare una canzoncina. E magari piace pure a voi...


venerdì 3 ottobre 2014

Qualcosa di originale

L'altra sera sono andato al cinema ed è successo qualcosa di particolare. No, non è stato l'andare al cinema qualcosa di particolare.
E' stato quello che ho visto.
Il film programmato era Lucy, ultimo lavoro di Luc Besson; lo stesso regista de Il Quinto Elemento (tra i miei film preferiti) e produttore di tutti e tre i Taxxi, tra i film più tamarri della storia del cinema.
Una storia forse già sentita; ho letto da qualche parte che si può dividere tra Limitless (nel primo tempo) e Inception (nel secondo). Sinteticamente ci può stare, ma quello di davvero diverso rispetto ai film degli ultimi anni è stato l'originalità della storia; da troppo tempo non usciva un film “originale”. Ora escono trasposizioni sullo schermo di libri, fumetti, telefilm o cartoni animati.
La storia che parte da zero sembra quasi non esistere più ed è per questo che un film nato da solo segna per forza una netta linea di differenza col solito panorama cinematografico. D'altronde da Luc Besson non ci si poteva aspettare diversamente.
Poi il film può piacere o no. Personalmente a me è piaciuto, come spesso mi accade quando guardo un film del regista francese!
Se vi può interessare vi lascio il trailer



Cosa è successo però ancora l'altra sera?
Beh, durante la pubblicità iniziale è partito lo spot di una macchina, per la precisione la nuova Jeep Renegade.
La colonna sonora mi ha subito colpito ed ho scoperto che è stata scritta apposta per lo spot e la ricerca delle immagini ha rispecchiato in tutto e per tutto il testo.
Si tratta di un giovane rapper, Victor Chissano, che ha scritto questa poesia (c'è chi la definisce così) rap proprio per lo spot.
Bella cosa

Guardatevi il video e leggetevi il testo



I'm a Renegade
Here we are
another story, another journey
today tomorrow on the flashlights tourney
A sand dune made of gold
passion assault
time to forgive and never forget
together, whatever in a golden jetset
Landing on the shores of a lake
and what i give is what i take.

Over the green my thoughts run so free
straight as an arrow and strong as a tree
i’ve got roots growing down the water
Hard steps are not alibi and it doesn’t matter
Across a river and through an island
sky is the limit but skyline is my horizon
i’m true, you are true, we are true
It’s the rebel rendez-vous

My music is the wind
and my light is a fire
A neverending path is what i desire
As a King in a Castle my wheel is my muscle
Better run faster
power in a tunnel
I’m the lion and the master in my concrete jungle
You may say i’m a gambler
but you are wrong I’m the gamechanger

Not a magician neither a wizard
thousand of skins more than a lizard
I don’t need a flag to be revolutionary
transforming the ordinary into something extraordinary
Made for sharing without no compromise
I’m connected to my freedom
from sunset to sunrise
I draw my own lines with no regrets and no lies
creativity never sleeps
so neither do I

Now concentrate time to elevate
don’t hesitate, Me, myself and I
it’s in my blood, I’m a Renegade


Finalmente qualcosa di originale