giovedì 25 aprile 2013

Buon 25 aprile!

Semplicemente per augurare a tutti voi una buona Festa della Liberazione...

VIVA L'ITALIA
VIVA IL 25 APRILE

Quest'anno Bella Ciao ve la canta Giorgio Gaber

venerdì 5 aprile 2013

Dove andiamo il 25 aprile?

E' una bella domanda, si.
(Premessa; mettetevi comodi che c'è parecchio da leggere)
Io ho deciso che quest'anno andrò a Montesole, sulle colline di Marzabotto.
Ma come, non vai a Casa Cervi? Eh no... purtroppo non andrò.
Qualche giorno fa ho letto il comunicato del Fuori Orario che, insieme all'Arci, spiegava il perchè non avrebbero più partecipato alla festa del 25 aprile a Casa Cervi. Loro, a differenza di altri, non hanno fatto polemiche strumentali ed hanno invitato “tutti i soci a continuare a vivere la giornata del 25 aprile restando vicini ai valori che essa rappresenta”.
Questo è il primo punto che mi trova in sintonia con il circolo di Taneto: i valori che il 25 aprile rappresenta.
Per i meno informati, lascio qualche link sulla questione. Già avete letto (almeno spero) il breve comunicato del Fuori Orario. Un articolo di “Sinistra Gattatico”, invece getta benzina sul fuoco delle polemiche andando giù pesante nei confronti dell'Istituto Cervi, padrone di casa in quel luogo simbolo della resistenza, del 25 aprile. In sostanza una delle accuse che si fanno è quella di voler trasformare quella giornata in una piccola Festareggio, coinvolgendo il PD, estromettendo per di più l'associazionismo e le realtà locali.
...bene! Torniamo a fare ancora polemica a sinistra accusandoci a vicenda. Ci sono quelli che odiano il PD per partito preso e qualsiasi cosa in cui sia coinvolto non va bene ed è da combattere. Poi ci sono quelli che pensano che il PD sia l'unica vera sinistra moderna del paese. Insomma si litiga sempre al di qua del muro. Niente di nuovo sotto il ponte.
Non si è fatta, ovviamente, attendere la risposta degli “accusati”, ossia l'Istituto Alcide Cervi. Già nel titolo del comunicato la richiesta è chiara: basta polemiche.
Si, sono d'accordo.
L'istituto spiega come sia diventata davvero grande la Festa (posso confermare, ma anche voi credo possiate farlo) e quindi di come sia ormai una necessità affidarsi a chi della ristorazione di massa ne mastica ormai da anni. E voi sapete tutti quanti quanto sia capace Festareggio (ma anche tutte le feste sparse nella provincia tutta estate) di dar da mangiare a tante persone tutte insieme.
Questi sono i fatti con le polemiche connesse che a me, ormai non interessano più.
Vi voglio raccontare di quello che penso io, se vi interessa (beh... state leggendo il mio blog, quindi vi interessa). E' una sensazione che provo da un po' di anni a questa parte e che ho condiviso con amici, compagni e colleghi di lavoro. E ve lo spiego con il titolo di Casa Cervi quest'anno:
“Paolo rossi e musica contro le mafie”
Centro! Io mi sto chiedendo, ora. Ma l'ho fatto anche qualche giorno fa: “dove sono finite le parole simbolo del 25 aprile?”. Resistenza, liberazione, partigiani. Io non le ho trovate.
Un mio giovane amico mi ha scritto: “Resistenza, punto. Alla mafia e al fascismo. Non vedo enormi differenze”. La nuova resistenza, la resistenza del nuovo millennio se vogliamo chiamarla, è quella alle mafie. Ok mi sta bene. Resistiamo tutto l'anno alle mafie e al fascismo. Sono d'accordo.
Ma il 25 aprile no. Il 25 aprile del 1945 l'Italia si è liberata dal nazi-fascismo, da sola con le lotte di resistenza partigiane. Giovani italiani, contadini magari, hanno imbracciato il fucile e hanno deciso che bastava così. Si sono liberati, ci hanno liberati.
Bene, io il 25 aprile festeggerò, finchè campo, la liberazione. Poi dal 26 al successivo 24 aprile tornerò a tenere alti i valori della resistenza, anche questa nuova resistenza. Contro le mafie oltre che contro il fascismo.
Quindi ho deciso di andare a Montesole, sulle colline di Marzabotto (Wikipedia vi spiega cosa è successo a Marzabotto), perchè ancora nel 2013 ho bisogno di respirare l'aria della Resistenza. Andrò con al collo la mia bandana dell'A.N.P.I. di Campegine, orgoglioso di venire dalla stessa terra dei sette figli di Alcide.
E mi dispiace non tornare a Casa Cervi, perchè tutte le volte che sento questa canzone ho i brividi e sento forte l'importanza di questo giorno e di quel luogo che tanto significa per la nostra Storia.


E come sempre, insieme a me, ci sarà anche mio padre a cui devo tutto quello che so della resistenza.
VIVA L'ITALIA!
VIVA IL 25 APRILE!

lunedì 11 marzo 2013

Immagini rumori momenti

Era lunedì. 
Uno dei tanti lunedì che solitamente Artur passava in casa. E' il giorno dopo la domenica e bisogna ricaricare le pile dopo l'intenso week end tra aperitivi, cene, concerti, balli, vizi e la partita dei ragazzi. 
A dire il vero quel week end non era stato così tanto sopra le righe. La classica birra in più per rendere il sabato più frizzante e neanche un concerto spacca schiena; la squadra aveva giocato fuori casa e lui l'aveva sentita alla radio, orgogliosamente non tesserato. Il ragazzo si sentiva quindi in forma e aperto al mondo. 

L'immagine che appariva dalla finestra della cucina era uno scorcio del suo paese. Le due vie che si incrociavano proprio all'altezza dell'ingresso di casa. Poche macchine stavano passando in quel momento, era pur sempre lunedì. Si incantò a fissare le luci led di una sportiva appena uscita dal concessionario di cui ignorava padrone e modello. Le luci del led sono strane, illuminano a giorno ciò che sta intorno, però finiscono subito, non c'è il classico sfumare delle vecchie lampadine. 
Sembrava quasi di poter capire e comprendere alla perfezione tutto ciò che era sotto i nostri occhi, ma non appena ci si allontanava il buio completo, come l'illuminazione led delle nuove macchine. 
“La gente oggi come i fari delle auto” 
Aveva esclamato sorridendo il giovane Artur. Era riuscito a trovare qualcosa di divertente in un ragionamento completamente assurdo. 

Più lontano aveva sentito un rumore sordo. Un tamponamento sembrava; ma niente di grave. Nessun urlo e tantomeno nessun seguire di sirena. 
“meglio così” 
Non aveva voglia di scoprire che il suo lunedì di riposo si era mescolato con qualcosa di sinistro. Altri rumori arrivarono a far dimenticare quanto appena accaduto. Era il vento che muoveva i rami privi di foglie e accarezzava le sagome delle case producendo piccoli suoni, gradevoli da ascoltare e da sentire. Alfred fin da piccolo era stato attento ai rumori, riusciva a riconoscerne a migliaia e la curiosità quando ne sentiva uno nuovo era rimasta immutata da quando aveva 4 anni. Il rumore più bello era quello che sentiva allo stadio quando il coro faceva vibrare le tribune e le voci entravano di forza nel petto per unirsi alla sua ed uscire cento volte più potenti. Era un rumore che sentito da fuori aumentava la magia della partita alla domenica. 

Era giunto il momento di chiudere la finestra, portare sotto le coperte i ricordi della giornata e prepararsi ad accogliere il nuovo giorno. Spesso è questione proprio di momenti; un momento prima sei a ricordare un'immagine o un rumore ed il momento dopo sono gli altri a ricordare te, con le lacrime agli occhi. 
Addio Alfred 

(tratto da: Alfred. Un amico, un fratello, un tifoso, un addio)