domenica 13 febbraio 2011

Una storiellina sull'odio

Vorrei raccontarvi una storia.

Una volta c'era un tifoso per strada. Camminava fiero a testa alta con al collo la sua bella sciarpa "odio tutti". Vide svoltare l'ancolo un tifoso della squadra avversaria: "bastardo, lo odio!". Si infilò con convinzione le mani nelle tasche dei suoi stretti jeans pronto a combattere contro l'odiato sconosciuto. D'un tratto l'odiato sconosciuto getta l'occhio dall'altra parte dove sta arrivando un altro odiato; non lo conosceva ma aveva una maglietta ancora diversa e doveva odiarlo. Vide che questi due si riconobbero da lontano e, cominciando ad urlare, si corsero incontro. Si abbracciarono dandosi grandi pacche sulle spalle, lasciandolo a bocca aperta: "ma come… sono diversi, perché non si odiano?" e li guardò storto con la sua sciarpa odio tutti ben stretta al collo.
I due ultras passarono di fianco senza neanche accorgersi che lui fosse un "avversario", erano troppo impegnati a raccontarsi le ultime avventure ed avevano già adocchiato il pub all'angolo dove andare a scolarsi una birra per ogni storia, e le storie erano tante.
Lui rimase solo con il suo odio e si accorse che in quel locale c'erano altri tifosi, tutti da odiare. Stavano però cantando felici tracannando birra e ballando al ritmo del levare.
Se ne andò quindi carico d'odio al covo dei tifosi suoi amici a raccontare l'odio che aveva provato nel vedere “quei bastardi” tutti insieme nel locale. I suoi compari urlarono d'approvazione, alcuni mugugnando strani versi quasi incomprensibili altri facendo penzolare gli arti inferiori come in segno di sfida (pare in che in realtà agitavano spesso le braccia così, a volte anche quando camminavano semplicemente un po' curvi sulla schiena).
Ci fu uno solo di loro, il più giovane, che dopo aver sentito il racconto sentì un fastidio al collo; la sciarpa “odio tutti” che portava con se gli toglieva il fiato ed allora capì tutto. Se la tolse, la gettò in terra e salutò i suoi ex compari: “continuate pure ad odiare... non avete proprio capito un cazzo! Vado al pub...” e se ne andò, lasciandosi dietro una serie di urla e rumori vari provenienti dal covo.
Giunto al pub, ebbe un attimo di esitazione... Aveva ancora i colori della sua squadra addosso e pensava che avrebbero potuto anche fargli qualcosa. Lui era da solo ed il pub era pieno. C'erano anche gli acerrimi nemici in quel locale e fu proprio uno di loro che lo vide per primo e lo chiamò a gran voce: “ehi tu! Cosa ci fai qui?”.
L'ultras aveva un po' paura, ma non era certo un codardo, quindi prese fiato e rispose: “dicono che qui si beve della buona birra e si ascolta buona musica, anche se ci sono degli stronzi come te!” e si mise sonoramente a ridere.
Silenzio “...forse l'ho fatta grossa...” pensò.
E hanno ragione ragazzo dal fegato grosso!” Scoppiò a ridere assieme a tutto il pub. “questo giro te lo pago io... Vieni qua sbarbatello”. Gli corse incontro, lo prese sotto braccio e lo portò al bancone allungandogli il suo primo litro

...e sul palco del locale sta ballando un gruppo ska...

Ecco una piccola storiella per dirvi come la penso io sulla gente che odia e che abusa in ogni situazione di questa brutta parola. Forse la peggiore che si possa usare tra tutte le parole che la lingua italiana conosce.

E adesso...
...Rude Boy
oh oh oh
Rude Boy
oh oh oh
Rude Boy
oh oh oh
Balla al ritmo del levare...

Buon ascolto

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