mercoledì 14 luglio 2010

E anche quest'anno ci sono stati i Mondiali

Eccomi qua, di nuovo nella mia cameretta, davanti al mio mac, a provare a raccontare i Mondiali di quest'anno.

Partirò dalla fine, con le premiazioni. Si applaude insieme e si sorride; si canta, bella ciao, quasi sempre. Tutto è passato, non c'è da correre al bar dei campi a portare i gatorade ed i modenesi non arrivano in magazzino disperati urlando: "non c'è più salsiccia!", quando poi vai a scoprire che ne hanno un frigo pieno. La "spesa" quotidiana alla coop non va più fatta e non c'è più bisogno di andare da Lelli a prendere le melanzane surgelate con Silvia e Molli.

Poi viene il lunedì, ieri, e si inizia a smontare. C'è caos nel parco, i muletti che accatastano pannelli mentre i tecnici rimuovono gli impianti della birra. Ci sono i resi e velocemente la città dei mondiali viene smontata.




E allora c'è la malinconia, perchè da martedì almeno per me, tutto ritorna alla normalità. Non che non mi piaccia la mia normalità, però i mondiali si vivono con tutto il corpo e diventano parte di ognuno. Soprattutto diventano parte di noi che ci lavoriamo.
Se rimani sveglio fino alle 4 e mezza di mattino per risvegliarti alle 6 e mezza dopo solo due ore e correre per le restanti 22 ore, qualcosa di importante lo devono per forza essere questi Mondiali Antirazzisti.



Ed infatti lo sono; ci sono persone che vedo quasi solo a Casalecchio. Però in quei 5 giorni (che per alcuni di noi sono anche 10 ed ancor di più per altri) sono la mia famiglia e quasi la mia vita. Ciò che succede fuori fa fatica ad arrivare e a volte proprio non c'è il tempo.

Penso ai modenesi, che sono dei grandi. Ogni anno loro ci sono e si fanno il mazzo per rendere il Bar & Breakfast una delle attrazioni dei Mondiali, viva sempre lo stinco del venerdì e sabato, viva le Brigate GialloBlu! E viva i ragazzi di Bologna, soprattutto la Giusy che ci crede davvero tanto e ti trasmette la sua carica come non mai. Penso a Chicco e ai doriani, che quando cominciano a spinare delle birre non si fermano più. Penso ad Emiliano che non si ferma mai, neanche dopo i pastis e penso, quest'anno, anche ad Alessandra e Gioia che si sono integrate con noi tantissimo (un po' meno i loro ragazzi, ma vabbè), sperando di trovarle anche il prossimo anno insieme a Casalecchio



E poi ci siamo noi, la UISP. Al magazzino veniamo un po' da tutte le Uisp d'Italia. C'è l'ufficio stampa del nazionale che scende in massa. Ci sono i ragazzi ai campi, la Piazza Antirazzista, l'info point, tutto.

Questi mondiali li ho vissuti intensamente, con molte responsabilità che mi hanno forse fatto stancare di più, ma alla fine la gratificazione di far parte di una squadra lascia tutto alle spalle.
Forse la fatica mi ha fatto svarionare ogni tanto e mi sono scoperto a sentirmi a disagio di fronte a certi fatti. E credo sia perchè a queste persone, a questi amici, ci tengo davvero.
Mi passano davanti agli occhi le immagini di Casalecchio, piccole istantanee di qualcosa vivo e fortissimo dentro il mio cuore. Mi commuovo, se ci penso. Sono felice, quando ricordo. Mi manca, se ne parlo. Lo rivoglio, quanto prima.

Quindi grazie, per tutto questo, di tutto questo... Grazie Giuseppe, Silvia, Francesco, Ugo, Tommi, Andrea, Jacopo, Mamadou, Mirco, Roberto, Michele, Daniela, Antonio (e Marcello), Layla, Francesca, Franceschina, Marta, Betta, Agnese, Emiliano, Alessandra, Gioia, Robby, Giorgio, Carlo, Gaggio, Vero, Giusy, Billa, Giovanni, Paolone, Igor, Valerio, Chicco, Chiara, Vittorio, Fabrizio e tutti quelli che sicuramente mi sono dimenticato.

Grazie e all'anno prossimo Casalecchio!

Ed ecco qui la colonna sonora a mio avviso migliore

Nessun commento:

Posta un commento