martedì 18 settembre 2012

A che punto mi trovo?


"Parliamo, voi ed io. Parliamo della paura"
Così iniziava Stephen King la sua raccolta di racconti “A volte ritornano”. E così, parafrasandolo, ho iniziato io il mio primissimo blog. 

Erano tanti anni fa... i siti erano strutturati a tabelle, che per mantenerle ordinate c'era da sudare 7 camice. C'era Frontpage, che essendo microsoft “capiva” quello che volevi fare anche se sbagliavi e “correggeva” il codice per ottimizzarlo su explorer. Allora usavo firefox e non so quanti e quali santi ho scomodato ogni volta che provavo a modificare il template del mio primo blog. Poi è venuto Dreamweaver e questi problemi sono svaniti, posto comunque che alla fine ho ceduto e ho iniziato ad usare template già fatti, concentrandomi sui contenuti (e sperando di esserci riuscito, ma qui non spetta a me dirlo). In tutto questo tempo i blog sono diventati di moda, sono stati invasi dalle scritte glitterate e popolati dalle gif animate. E' venuto il periodo dei blog neri, perchè faceva figo, senza sapere che il nero è il colore dei siti porno (!!!). Poi ci sono stati i blog protetti e privati, al chè io mi dico: “ma se proteggi il tuo blog, per non farlo leggere a nessuno allora che lo apri a fare?”. Ma mi hanno dato mille spiegazioni più o meno convinte, che ho deciso di lasciar perdere e andare avanti così. 


Infine è arrivato facebook e i blog (msn, skype, i canali irc, le mille piattaforme di comunicazione, myspace, reverbnation – no quello non ha mai funzionato -, lastfm, anobii, …., …......... tutto) sono stati soppiantati. Tant'è che si può scrivere un blog, dei post, anche su facebook. Ma è troppo noioso, meglio condividere i link di “il cacciatore di link” o l'ultima foto di “fancazzismo”. Ci sono anche i giochi! 

In realtà non è di questo che volevo scrivere, ma mi ha preso la mano e sono partito. Fortunatamente ho ripreso il controllo della macchina e posso indirizzarla dalla parte che ho scelto di seguire. 

Dal primo post del mio primo blog, dove sono arrivato? Sono arrivato qui, a 33 anni suonati; una crocifissione alle spalle e tante belle cose nella mia testa e nel mio cuore. Sono innamorato, come credo di non esserlo mai stato; il mio lavoro continua a piacermi e posso contare su persone importanti al mio fianco. 
Un anno fa mi sono ritrovato su di un treno in corsa e l'ho preso senza pensarci su... ho viaggiato tanto e ad una velocità folle. Ho sentito l'adrenalina scorrermi copiosa nelle vene ed il vento sbattermi in faccia tutta la sua forza, compresa di polvere, sporco, acqua, neve, sole aria e fiori. Purtroppo un treno in corsa è facile da controllare e mi sono fatto male, parecchio male. Ma correvo, non riuscivo ad accorgermene. 

Però ad un certo punto è successo qualcosa; la notte è diventata giorno e sono riuscito a vedere qualcosa, nonostante la velocità. Forse era il sole o forse era semplicemente la vita, la mia nuova vita. Sono perciò sceso dal treno in corsa e la botta in effetti è stata bella pesante, ma non ho provato dolore, la luce ha attutito la caduta e anzi, mi ha guarito dalle ferite del treno. 
Sono arrivato, non mi sono neanche accorto se sono sceso ad una stazione o in mezzo al nulla a dire il vero; però sto bene, questa è la mia città. E' come se lo fosse sempre stata, senza che io me ne accorgessi. Credo di aver lasciato parecchi bagagli dietro di me, perchè si, a questo punto penso fossero solamente bagagli che a certi tratti mi hanno anche intralciato il cammino, mi preoccupavo troppo per loro che erano solamente bagagli. 
Ho scoperto però che in questa città ci sono un sacco di amici, non sono da solo. Anzi, siamo tutti insieme e ci divertiamo davvero. 


Ora ho solamente voglia di vivere la mia città, amarla con tutto me stesso e passare il resto della mia vita qui, che ci sto veramente bene; con lei e con i miei amici. 

Benvenuti nella mia città!


...Qui c'è ancora una città
Nell'innocenza scivola
Ho inseguito una città
Tra le rovine di un mondo sommerso
Qui c'è ancora una città
La mia città...

2 commenti:

  1. credo che la vera maturità stia nel dire "ora è diverso" e non "ora è migliore", non serve a nulla scaricare tutte le colpe sul passato e le ferite, quelle vanno tenute da conto. Sono un bene prezioso.
    Ma questa è una mia opinione.

    Buona permanenza nella tua città.

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  2. Non è mai colpa del passato, ma sicuramente "ora è migliore" significa che le ferite e gli errori ci hanno fatto crescere e maturare. Tutto va tenuto da conto, ma la maturità è superare ogni cosa, prenderne il meglio e andare avanti. Forse un po' egoista, ma certamente serve per crescere. Se in fondo ora sto meglio è anche grazie a quello che mi è capitato, nel bene e nel male.
    Grazie del passaggio e del commento, bene preziosissimo; sempre

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