mercoledì 20 luglio 2011

Io Ricordo Genova

Esattamente 10 anni fa, il 20 luglio 2001, durante le manifestazioni per il G8 di Genova, Carlo Giuliani veniva ucciso dalle forze dell'ordine.

Semplicemente io voglio ricordare questo giorno, perchè non si perda il ricordo di questa giornata nera per la nostra giovane e precaria democrazia.
Passano 10 anni ma poche cose cambiano. In Val di Susa non è morto nessuno, ma Fabiano è stato letteralmente massacrato dalla polizia (insieme a carabinieri e finanzieri, tutti insieme). Lo stato ancora reprime con la forza, la violenza ed il sangue chi prova a manifestare il proprio dissenso.

Perchè la cosa più importante, oggi come domani, è ricordare... Non dimenticare quei giorni quelle ore, dove la gente che si trovava lì probabilmente gridava spaventata "Genova Brucia"

lunedì 18 luglio 2011

La chiacchierata notturna

Aveva lavorato tutto il giorno, ed era veramente stanco. Il sole aveva picchiato più del solito e i suoi vestiti si erano bagnati di sudore e riasciugati almeno cinque volte.
Era ora di cena, ma Sergio si era seduto su una larga pietra piatta a fissare l'orizzonte verso il sole che stava tramontando. striature arancioni coloravano il cielo, mentre l'erba e gli alberi diventavano scuri con l'abbassarsi della luce. Una leggera brezza si stava sollevando, come sempre succedeva sotto sera. Il ragazzo respirò profondamente per sentire il profumo della campagna. Amava la pianura padana d'estate, nonostante il gran caldo e l'altissima umidità. Ma lui era nato lì e non conosceva altro.
Mentre era seduto a riflettere sul lavoro del giorno dopo, si avvicinò Tatiana. La ragazza, di origini nord europee, viveva al paese da quando aveva 10 anni; il padre si era trasferito con tutta la famiglia per lavoro e anche ora che era in pensione non aveva voluto lasciare quella tranquilla cittadina del nord Italia.
Sergio era completamente assorto nei suoi pensieri e quasi non si accorse di Tatiana fino a che lei non si intromise nel suo sguardo. Gli occhi brillarono e lui sorrise: "Ciao bionda!". "a te moro"... Per il paese loro erano la bionda ed il moro. Quasi tutti erano convinti che tra di loro ci fosse qualcosa, per come se la intendevano e per la complicità tra i due ragazzi che usciva in ogni momento. Quando si incrociavano in paese non parlavano quasi mai, bastava guardarsi e si capivano; questo gli abitanti del paese lo percepivano e alimentavano il vociare sulla tresca tra la bionda ed il moro. Loro, ovviamente, non facevano nulla smentire le chiacchiere e si divertivano a commentare le facce della gente durante le loro interminabili chiacchierate sulla larga pietra piatta.
Tatiana chiese com'era andata la giornata, aspettando la sua solita risposta: "anche oggi è andata, si lavorato tosto, ma ci si è divertiti tosto!" seguita da un sorriso... Sergio sorrideva sempre e lei amava quel sorriso. Le volte che qualche problema la turbava o che sentiva il bisogno di piangere perchè stanca o sopraffatta dai problemi, cercava il viso di Sergio che le dava quella serenità tale da affrontare qualsiasi difficoltà.
Quel giorno Sergio rispose diversamente, quasi non rispose. Fece un sorriso e cambiò discorso.
"Vado a mangiare, ci sei più tardi qui?"
"...si... ...direi di si... Cosa è successo?" la ragazza era visibilmente preoccupata
"Ho fame bionda! ci vediamo dopo dai..." scoppiò a ridere, poi le prese la testa e le schioccò un bacio sulla fronte. Aveva il viso allegro e sereno quando si staccò. A Tatiana piacque e si tranquillizzò.
"Ci vediamo dopo moro... e non mangiare troppo in fretta che poi non finisci più di ruttare" scoppiò a ridere anche lei.
Sergio era già sulla via di casa e si girò, sempre sorridente, facendo il saluto militare come ad obbedire all'ordine della sua giovane amica.
Non si erano dati un orario, ma a mezzanotte passata da qualche minuto due sagome scure si stavano recando contemporaneamente alla larga pietra piatta.
Una volta seduti, parlarono delle loro reciproche giornate ridendo delle varie vicissitudini. Il tempo stava passando, iniziava a fare fresco, Tatiana era sdraiata e poggiava la testa sulle gambe di Sergio,  che aveva provveduto a donarle il suo maglione per ripararsi dall'aria. Lui non aveva freddo, ma sapeva che lei ne avrebbe avuto bisogno. Tanto gli era bastato per portarsi dietro il necessario.
Quella sera si era perso a giocare con i capelli della giovane nordeuropea, senza neanche accorgersene. Tatiana odiava che le si toccassero i capelli, ma non disse niente e quando Sergio se ne accorse si fermò di parlare e tolse le mani: "oddio, scusa... non c'ho pensato". "Scemo" rispose lei, "secondo te ti avrei lasciato continuare se mi avesse dato fastidio? Ora ricomincia che mi interessava quello che mi stavi dicendo"
sorrise
Parlarono ancora a lungo, avevano ormai perso la cognizione del tempo. Giunse quindi il momento di salutarsi e Tatiana si alzò pronta a ricevere il solito abbraccio vigoroso e premuroso di Sergio. Puntualmente il ragazzo l'abbracciò e questo le piacque.
Sergio si fermò a guardarla, i loro occhi erano vicini e si fissavano; lentamente si avvicinò ed appoggiò le sue labbra a quelle di lei. Tatiana sentì il sapore dolce della bocca contro la sua ed il buon profumo che l'uomo emanava la fece fremere provando un piccolo brivido lungo la schiena. Aprì la bocca per permettere alle lingue di incrociarsi ed assaporare fino in fondo quel bacio. Fu molto delicato e poco dopo i loro respiri furono uno solo; lui le teneva il viso tra le mani e lei faceva lo stesso.
Non si erano mai baciati prima di quella notte.
Una volta finito Sergio la guardò col suo solito sorriso, lei aveva gli occhi lucidi ed una lacrima le stava scendendo sulla guancia. Sorrise, singhiozzando leggermente e asciugandosi col dorso della mano sinistra la guancia.
"Cosa è successo Sergio?"
"Ti ho baciata, te ne sei accorta?" sorrise
"Lo so, scemo! Ma perchè?"
"Sentivo il bisogno di baciarti, non mi chiedere perchè. E' stato un gesto automatico e non c'ho neanche pensato"
"Si ma domani cosa succederà? Ci siamo baciati... Stiamo diventando più che amici? Io non lo so se..."
"Shhh bionda... rilassati. Ti ho baciato, mi è piaciuto e mi pare sia piaciuto anche a te, no?" Annuì "e domani saremo ancora gli stessi amici di prima, la bionda ed il moro. Per quanto mi riguarda sarà l'ultimo bacio che tu riceverai da me. Ma la nostra amicizia rimarrà immutata; è successo qualcosa, non solo oggi, ma nel tempo. Abbiamo costruito qualcosa che rimarrà, per sempre"
Si salutarono dandosi la buonanotte.
Non si baciarono mai più, non in quel modo almeno; le loro vite però rimasero per sempre legate. Si sposarono ed uno fu il testimone dell'altra e viceversa. Le loro famiglie sapevano che Sergio e Tatiana sarebbero rimasti legati per sempre e che mai nessuno avrebbe potuto dividerli.
Tatiana, vedova, morì a 95 anni e Sergio, vedovo lui stesso, la raggiunse due settimane dopo.

venerdì 15 luglio 2011

Sono nato per amare i Mondiali

Oggi voglio raccontarvi una storia... E' la storia di un bosco e di un gruppo di persone che in questo bosco ha condiviso tutto. 
Come tutti gli anni i Mondiali Antirazzisti diventano una storia da raccontare, solamente dopo averla vissuta intensamente. Ci sono persone che durante l'anno non si vedono mai, ma che diventano una sola grande famiglia in questi 10 giorni di festa. 
Quest'anno c'era il Bosco ad accoglierci; nuova location per i Mondiali Antirazzisti, da Casalecchio di Reno a Castelfranco Emilia. Bosco Albergati la località. 

Il posto nuovo è meraviglioso, accogliente e grande; incredibilmente grande. Forse un po' troppo dispersivo e davvero difficile da riempire. Si ha sempre la sensazione che non ci sia nessuno, quando invece la gente c'è e si ritrova alla sera per cantare nei due tradizionali ristoranti dei Mondiali. 
E' sempre bello vivere questa manifestazione, ritrovare i soliti volti ed avere il piacere di conoscerne dei nuovi; la famiglia si allarga portando colore e nuova linfa importante per andare avanti. 

Ci sono situazioni che si ripetono ogni anno, ormai un passaggio rituale tipico dei mondiali. La domenica a metà mattina vedi svoltare sul viale ghiaiato d'ingresso una carovana di macchine, davanti il camper e dietro la colonna gialloblu dei modenesi. E' l'inizio della festa, in pochi minuti il campo viene allestito, lo striscione piazzato e Gaggio e soci sono pronti ad accendere i fuochi di Bosco Albergati. E con i modenesi ci sono i bolognesi a dar da bere alle gole mondiali; con i loro ordini a singhiozzo non ti fanno mai annoiare. 
Di là, vicino alla tenda, ci sono i doriani di Chicco che quando partono a spinare non si fermano più e durante i concerti, nel circo, i ragazzi del TPO non si fanno mancare nulla, nemmeno lo spritz. Valerio e Damiano che come possono ti danno una mano anche in magazzino nei momenti di difficoltà. Lo spirito dei mondiali è anche questo. 
Durante il giorno, invece, a far da padrone è Burattin con il suo Bar Sport e i suoi dischi, ad allietare le partite e gli innumerevoli passaggi col muletto per le consegne alle varie strutture. E infine, per un momento di relax accompagnato da frutta e varie bevande fresche c'è il Bar Uisp e la sua mitica coppia Manù e Teresa!

Sono proprio le persone quelle che rendono speciali i mondiali ed allora io le provo a ricordare... 
C'è la mia squadra, la Pol. Zelig e quest'anno sono anche riuscito a giocare una partita intera. Il Tappo e le sue mele, Pecco, Iori, la Simo, la Chicca, Riva Pavel, Gianfranco, Mirco, Albertone, Pelle, Franco, Nicola, Fonzie, Fausto, Lumia, Zini e i dimenticati nonché gli assenti. Poi viene la combriccola Uisp, da Roma in su: Daniela un'amica speciale prima di tutto, Layla ed il suo sorriso sempre coinvolgente, Francesca che mi ha permesso di massaggiarla ogni sera a cena, i soliti Antonio e Marcello, la Betta ed il suo morso in pancia, Vittorio, Giorgio Bit, la Monica, la Stefy, Rita e Rita, Mauri, Daniele, Miro e mi sto sicuramente scordando qualcuno... Alla musica come sempre Michele insieme ai ragazzi del Bosco, Marco su tutti. 
Gollo invece tiene da solo in alto i colori di Reggio, molto in alto tra l'altro. 
In Piazza Antirazzista Agnese, probabilmente la postazione più lontana dal magazzino e per questo troppo trascurata da me... dovrò impegnarmi a frequentarla di più l'anno prossimo. Agnese aspettami! 
C'è poi Martina, da Udine, conosciuta solamente lunedì ma da ammirare per essere venuta ai mondiali con le stampelle dopo un'operazione al ginocchio. Ci vediamo l'anno prossimo Marti! 
Il vero lavoro oscuro, ma fondamentale viene fatto da Emiliano, quest'anno con l'amico Antonio, che ha abbandonato presto la postazione sul campo da basket in palestra, isolandosi in un meno rumoroso corridoio. Dicono che io russo, è vero? 
C'è anche la squadra dei montatori, il mastodontico Paolone e il prode Igor, che non so come mai apprezzi così tanto Ciano d'Enza... 
Ci sono anche i “ragazzi” del Bosco, la città degli alberi; aiuto fondamentale nella realizzazione e nella gestione dei mondiali: Mauro, Daniele, Righi, Claudione, Aldo ed il piccolo Andrea. 
Restano infine i ragazzi della mia squadra: Andrea, Tossini, Robby che come Re Mida trasforma tutto ciò che tocca in birra, Ugo il mago del muletto e Tommy, preziosissimo braccio destro fino a martedì e oltre, nella gestione di magazzino e soprattutto resi. 

Voglio tenere da parte tre persone, che quest'anno sono state davvero importanti e fondamentali per i miei mondiali. 

Li elencherò in ordine alfabetico, come è giusto che sia: 
Carlo... il motore della manifestazione, sempre in pista dall'inizio alla fine a tenere in piedi la baracca. Unico! 
Gioia... un punto di riferimento fondamentale. Probabilmente non si è resa conto nemmeno lei di quanto sia stata importante per me in questi mondiali; ho passato momenti difficili, ma mi è bastata una chiamata: “dove sei? Vengo lì...”. Semplicemente, grazie! 
Giuseppe... orgogliosamente posso dire che lui ha tirato su la festa, l'ha creata e costruita ed io l'ho riempita di cibo e bevande. Siamo una squadra perfetta, andiamo avanti a memoria e capiamo senza neanche guardarci in faccia quando uno ha bisogno dell'altro e viceversa. Complementare! 

Su queste tre persone ho in mente due aneddoti, che rimarranno come immagini scolpite per sempre nella mente e nel cuore... 
Pranzo del lunedì, al centro del ristorante centrale c'è una fila di tavoli piena dei ragazzi dello Yap, di Emiliano e la sua squadra e dei romani. In piedi vicino al tavolo della distribuzione pietanze ci siamo io, Carlo e Giuseppe che mangiamo ricordando i giorni appena passati; il piatto in una mano, senza una sedia, stanchissimi ma soddisfatti di quanto è successo nei giorni precedenti. E da quella posizione si può dominare tutto il Bosco...
La prima persona che ho visto è stata anche l'ultima... I miei mondiali sono iniziati e terminati con Gioia. C'ho pensato solamente adesso. 

Grazie di tutto a chi ho nominato, ma anche a chi mi sono dimenticato... come sempre succede tutti gli anni. 

Ci vediamo nel 2012 a Bosco Albergati